Abstract
Il modello tradizionale dello Stato-nazione, affermatosi in Europa dopo il Settecento, prevede non solo un assetto statale e un’identità nazionale monolingue, ma fu pure accompagnato dall’istituzione di un sistema scolastico improntato a formare gli individui e la popolazione monolingue che gli si confanno per motivi ideologici, democratici, di strategia militare ed economica. La ricerca storica ha quindi spesso interpretato i curricoli scolastici in maniera funzionalista, quale espressione dei progetti politici e identitari delle élite nazionali.
In questo studio il caso della Svizzera, uno Stato che non si è rifatto al modello tradizionale dello Statonazione, è utilizzato per indagare sull’esistenza di questa relazione diretta fra assetto statale, identità nazionale e curriculi. A questo scopo vengono studiate le riforme curricolari intraprese a) nel periodo della creazione della Confederazione in quanto Stato multilingue (1848) e b) quelle avviate durante i due Conflitti mondiali, quando il multilinguismo entrò a far parte caratterizzante dell’identità nazionale svizzera. Ne risulta che, nonostante le discussioni sui
curricoli scolastici linguistici siano fortemente influenzate da queste trasformazioni politiche, è piuttosto raro che le seconde abbiano ripercussioni concrete sulle decisioni circa i destinatari e i contenuti della politica linguistica scolastica. Ciò non va spiegato solo con l’assetto federale svizzero, che consente ai Cantoni di allineare la politica scolastica agli interessi cantonali prima che a quelli federali, ma anche con le argomentazioni, gli attori e gli interessi specifici al settore scolastico, le quali particolarità non sempre coincidono con le aspettative politiche statali e
identitarie più ampie.