Abstract
Come nascono i segni? In che modo si passa dal monorema del linguaggio infantile alla frase bimembre e poi a costrutti sintattici più complessi? L’ontogenesi ricapitola davvero la filogenesi? In che senso si può parlare di “origine del linguaggio” e di “lingue primitive”? Sono questi i temi principali affrontati da Charles Bally nel corso di linguistica generale del semestre invernale 1923-24. Il volume presenta gli appunti inediti del Ms. fr. 5034 (Bibliothèque de Genève), dove il problema semiologico della vita dei segni in seno alla vita sociale, già additato da Saussure nel Cours, è studiato in prospettiva “genetica”: alla luce dei processi di acquisizione del linguaggio e delle tendenze universali osservabili nell’evoluzione in diacronia, Bally sviluppa una teoria originale sulla genesi del segno. Forte del solido metodo storico-comparativo acquisito alla scuola saussuriana, il fondatore della “stilistica” esalta gli aspetti affettivi ed espressivi della lingua e propone un metodo di analisi aperto a discipline quali la psicologia, l’etnologia, l’antropologia e la sociologia.