Abstract
Nel contributo si analizzano i contatti testuali tra il sonetto Tant’à vertù ciascun, quant’à intelletto attribuito a Guido Novello da Polenta e alcuni brani dell’Acerba di Cecco d’Ascoli. La produzione poetica dei due autori, che assumono atteggiamenti opposti nei confronti della Commedia dantesca, è caratterizzata da varie incertezze cronologiche e filologiche, specialmente per quanto riguarda il sonetto, la cui assegnazione a Guido è dubbia. Mediante l’analisi dei problemi riguardanti i due testi, si intende dunque chiarire il rapporto tra Cecco e Guido ma anche contribuire alla ricostruzione dell’attività poetica di entrambi.