Abstract
Il De honore mulierum è un poema in terza rima composto dal romagnolo Benedetto da Cesena e dedicato a Pandolfo, figlio di Sigismondo Pandolfo Malatesta e della sua amante, e poi terza moglie, Isotta degli Atti. L’opera si inserisce nel filone della cosiddetta letteratura isottèa e possiede finalità encomiastiche che rispecchiano pienamente gli interessi della cerchia di letterati che operavano nella corte malatestiana, tra i quali figurano Basinio da Parma e Roberto Valturio. La sua tradizione testuale, finora limitata a un prezioso testimone della Biblioteca Vaticana e alla princeps veneziana del 1500, si arricchisce ora di altri due manoscritti. Il presente contributo ha dunque lo scopo di segnalare le nuove acquisizioni relative al testimoniale del De honore mulierum e di collocarle nel contesto della produzione di codici alla corte di Sigismondo Pandolfo Malatesta, avanzando altresì qualche ipotesi preliminare sulla primissima ricezione dell’opera.