Abstract
Il saggio La funzione metapoetica ed epistemologica dei sogni nel Purgatorio di Dante analizza un notevole elemento di autoriflessione del testo dantesco. Un’importante funzione dei tre sogni a livello diegetico è quella di segnare tappe importanti dell’ascesa di Dante sul monte Purgatorio. Al centro dell’interpretazione qui proposta ci sono le discrepanze e le ambivalenze che si manifestano nel testo rispetto al significato dei sogni. Nel primo sogno, ad esempio, in cui Dante è portato in alto da un’aquila, il contrasto tra l’illusione e la verità è particolarmente accentuato. L’analogia tra Dante e Ganimede rivendicata dal testo si rivela fragile. Anche il rapporto tra il contenuto del sogno manifesto e l’evento reale al quale si riferisce (in verità, Dante non viene sollevato da un’aquila durante il sonno, ma da Lucia) si rivela ambiguo e contraddittorio. Nel complesso, i sogni appaiono come inserzioni allegoriche in cui il testo illumina e mette in discussione il proprio status di asserzione veritiera. Attraverso la funzionalizzazione polivalente di questi sogni, Dante analizza i meccanismi semiotici del proprio testo.