Abstract
Il quinto centenario della nascita di Giovanni Calvino (Noyon, 10 luglio 1509 – Ginevra, 27 maggio 1564) è l’occasione – non solo per le Chiese del protestantesimo riformato ma per tutta la costellazione cristiana – per rileggere la vicenda del riformatore di Ginevra alla luce dell’odierna comprensione della nostra fede e del suo rapporto con la storia e con il presente, in un contesto di profondo cambiamento che presenta non poche analogie con l’epoca in cui si trovò a vivere Calvino. Tra le molte suggestioni possibili, gli interventi qui ospitati di due teologi evangelici, Emidio Campi e Martin Friedrich, sviluppano due aspetti particolarmente interessanti e attuali del grande riformatore, ovvero la sua riflessione sulla necessaria ricaduta «pratica» della confessione della fede, e quindi l’opera di riformatore politico, e le grandi potenzialità del pensiero di Calvino – riformatore ecumenico che si spese per la riunificazione dei protestanti – anche per l’avvicinamento tra evangelici e cattolici.