Abstract
Il saggio discute uno dei tratti in via di evoluzione nel romanesco contemporaneo: la riduzione del raddoppiamento fonosintattico – date determinate condizioni prosdosiche – dopo i polisillabi ossitoni, non più in grado, al pari di parole raddoppianti quali come (comparativo) e ma (congiunzione testuale), di innescare il fenomeno in modo sistematico (dormì (t)tante ore, come (L)lucìa, ma (d)dormirebbero male?). Dopo aver descritto i contesti che favoriscono la manifestazione di questa riduzione, si ricostruirà la diacronia del mutamento, i cui prodromi, teste il corpus dei Sonetti belliani, si rintracciano nella varietà capitolina del primo Ottocento.
The contribution discusses one of the evolving traits of contemporary Romanesco: the reduction of phonosyntactic doubling – given certain prosodic conditions – after oxytonic polysyllables, which are no longer able – like doubling words such as comparative come and ma in its capacity as a textual conjunction – to trigger the phenomenon in a systematic way (dormì (t)tante ore, come (L)lucìa, ma (d)dormirebbero male?). After describing the contexts that favour the manifestation of the said reduction, the diachrony of the innovation will be reconstructed, whose prodromes, witness the corpus of Belli’s Sonetti, can be traced in the Romanesco of the early 19th century.